Una lunga trattativa by Giovanni Fasanella

Una lunga trattativa by Giovanni Fasanella

autore:Giovanni Fasanella [Fasanella, Giovanni]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Chiarelettere
pubblicato: 2013-06-18T22:00:00+00:00


Salvatore Giuliano, l’ultimo bandito prima della pax

Il «sottotenente dei paracadutisti» Giuliano, già nell’ottobre del 1944, era noto al controspionaggio alleato come un sabotatore del Battaglione San Marco della Decima Mas. Aveva oltrepassato la Linea gotica ed era giunto clandestinamente in Sicilia per organizzare la sua banda e compiere atti di sabotaggio. Come tanti altri marò della Rsi, era entrato nell’Evis con il grado di colonnello e ne aveva vissuto tutta la storia.120 Anche questo aspetto della sua biografia di guerrigliero era nota ai servizi alleati. In un rapporto del 29 gennaio 1946, il Cic scriveva:

I membri delle bande ribelli in conflitto con i carabinieri sono ben equipaggiati e in possesso di moderni fucili americani, britannici, tedeschi e italiani, di mitra, bombe a mano, mortai e munizioni. I banditi utilizzano inoltre delle radio ricetrasmittenti, con l’obiettivo di coordinare i loro spostamenti nell’isola. [...] Inoltre, alcuni membri indossano uniformi americane e britanniche, mentre è stato riferito che numerosi disertori angloamericani si sono uniti agli insorti. Il maggiore britannico Oliver sarebbe uno di questi.121

Dopo lo scioglimento dell’esercito separatista, Giuliano continuò la sua guerriglia sulle montagne di Montelepre, in un crescendo di attentanti contro forze dell’ordine, dirigenti sindacali, esponenti comunisti e socialisti. E nonostante l’azione di contrasto dei carabinieri, poté farlo «perché la mafia continuò a impegnare le sue forze a difesa di Giuliano e della sua banda, ancora nella convinzione di potere in questo modo portare a termine i propri disegni circa il mantenimento dell’equilibrio economico e sociale allora esistente in Sicilia» scrisse nella sua relazione il presidente della Commissione antimafia Luigi Carraro. Copertura che i capi mafiosi riuscirono a garantire anche attraverso «le mene a cui seppero ricorrere nei rapporti con le forze di polizia. Non si può infatti dimenticare che in quel periodo il capomafia Ignazio Miceli di Monreale tenne continui contatti con l’ispettore generale di Pubblica sicurezza Ciro Verdiani e che lo stesso fecero i mafiosi Marco Miceli e Domenico Albano, di Borgetto».122

Furono quasi cinquecento le vittime di Giuliano dopo lo scioglimento dell’Evis. L’episodio più noto è la strage di Portella della Ginestra, la prima dell’Italia repubblicana. Era il 1° maggio 1947. Duemila contadini si erano riuniti nella Piana degli Albanesi per festeggiare la fresca vittoria delle sinistre nelle elezioni per l’Assemblea regionale e per invocare una riforma agraria che colpisse i privilegi delle famiglie aristocratiche, proprietarie dei grandi latifondi. Gli uomini di Giuliano spararono sulla folla, lasciando sul terreno 11 morti e 27 feriti. Da quel giorno, l’ex sottotenente della Decima Mas avrebbe continuato a uccidere ancora per tre anni. Poi diventò inutile, anche per la mafia. Cosa nostra, come vedremo nel prossimo capitolo, aveva ottenuto dagli angloamericani una lauta ricompensa per i servizi resi fino a quel momento e per quelli che avrebbe assicurato ancora in futuro. La vittoria della Dc nelle elezioni politiche dell’aprile 1948 completò poi lo scenario per il quale avevano molto lavorato Alleati e Vaticano. Si consolidò il nuovo equilibrio nazionale intorno alla Democrazia cristiana. E ancora di più quello siciliano intorno alla mafia.



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